La Vianese ha calato il carico da novanta e per il prossimo campionato di Promozione ha ingaggiato l’attaccante classe 1993 Luca Veratti. Cresciuto nel settore giovanile nel Bologna per poi arrivare a disputare una decina di panchine in Serie A e debuttando invece in Coppa Italia al San Paolo contro il Napoli di Lavezzi e Cavani e con il Livorno. “Peccato, avrei potuto segnare al Napoli – rivela Veratti – ma De Santis me lo ha negato con un grande intervento”. Dopo Bologna, Veratti ripartì dalla Serie C, dove girò l’Italia giocando nella Spal, nel Sudtirol e in Basilicata a Melfi, per poi proseguire in Serie D nella Fazzanese in Liguria, ad Arzignano, Montebelluna e Legnago in Veneto, poi a Poggibonsi in Toscana, al Serravezza Pozzi a Forte dei Marmi, al Feltre nel bellunese e infine al Cittadella Vis Modena in Eccellenza, quando ci fu il campionato con 11 squadre vinto dal Borgo San Donnino, mentre l’anno scorso era al San Felice in Promozione dove ha segnato 17 reti in 19 partite. “Quella di San Felice è stata la mia stagione migliore a livello realizzativo e ogni anno sono comunque sempre andato in doppia cifra”.
Quindi nella prossima stagione alla Vianese dovrebbe ripetersi.
“Nel calcio non si sa mai. Io punto sempre ad andare in doppia cifra. L’importante è che i miei gol o quelli degli altri facciano vincere la Vianese, il resto non conta. Credo mi abbiano preso proprio per questo e io farò il massimo per segnare più che posso”.
Ha scelto ancora di giocare in Promozione.
“Io non ho mai guardato più di tanto la categoria, ma ho spesso sposato i progetti e a differenza di altre squadre che mi hanno cercato, quello della Vianese è un progetto decisamente ambizioso e questo mi ha dato lo slancio per cercare di fare una grande stagione, indipendentemente dalla categoria. Sarà un modo per risalire la china”.
Che attaccante è Luca Veratti? Quale è la sua caratteristica principale?
“Bella domanda. Sono il classico attaccante d’area e mi piace giocare spalle alla porta, ma anche attaccare la profondità. Ad essere sincero attaccavo la profondità più spesso quand’ero più giovane, ma mi piace farlo ancora. Una cosa è certa: l’area di rigore è casa mia, infatti ormai mi sono specializzato nel raccogliere cross e palle vaganti da trasformare in rete”.
Rigori e punizioni ne tira? E’ uno che calcia anche da lontano?
“I rigori li ho sempre tirati e quest’anno ho calciato anche le punizioni segnando due gol. Se esco dall’area concludo volentieri in porta, ma certamente mi definisco di più un attaccante da area di uno che va a concludere da fuori”.
 
Il modulo che valorizza maggiormente le sue caratteristiche è il 4-3-3?
“Ho giocato in tutti i modi, ma devo dire che non mi dispiace neppure avere un altro attaccante, magari strutturato, che faccia il “lavoro sporco” per me, al quale poter girare attorno, oppure uno magari brevilineo che lavori al mio fianco in un modulo sempre a due punte. Tutti, comunque, mi vedono “una bestia” là davanti in area di rigore, quindi mettono due esterni in grado di servirmi molti palloni. Insomma, non ho problemi ad adattarmi a qualunque scelta il mister deciderà di adottare”.
Conosce già qualcuno dei suoi futuri compagni della Vianese?
“Sì, conosco Alfonso Della Corte, che ho puntualmente trafitto quando io giocavo nel Bologna e lui nel Sassuolo (ride, n.d.r.), perchè i neroverdi erano la mia vittima sacrificale, infatti al Sassuolo ho sempre fatto gol in ogni partita che ho giocato. Bei tempi, quanti ricordi. Della Corte, comunque, l’ho affrontato anche in vari tornei estivi e francamente è un portiere che non centra nulla con la Promozione”.
Se ha bisogno di qualcuno che le dia palloni al bacio a Viano troverà Lorenzo Galassi.
“Non lo conosco, ma me ne hanno parlato molto bene e sono convinto che in campo troveremo subito una grande intesa”.
Tra l’altro, lei sarà allenato da un tecnico che fu un grande fantasista da giocatore e che preferisce vincere le partite 5-4 piuttosto che 1-0. Le piace come mentalità?
“Massimo Vacondio l’ho incontrato in vari tornei estivi, quando era al suo ultimo anno da giocatore. Poi è stato il mio allenatore in un Torneo della Montagna, quando giocavo nella Borzanese, quindi mi conosce bene. Ho sempre apprezzato in lui la mentalità offensiva e inoltre è uno che fa molto gruppo e credo quindi possa essere l’allenatore giusto per fare il grande salto”.
Parliamo un po’ di lei. Ha vissuto di calcio fino ad oggi oppure ha iniziato a lavorare? E’ fidanzato? Ci racconti qualcosa.
“Sono fidanzato e convivo a Modena con una ragazza. Ho 29 anni compiuti e da qualche mese ho iniziato a lavorare. L’anno scorso, mentre giocavo e continuavo a vivere di calcio, mi sono laureato in Tecnologie Alimentari, per poi iniziare a lavorare prezzo l’azienda del settore nella quale sono tuttora impiegato. Credo sia stata una scelta intelligente, visto che ho deciso di tirare i remi in barca e rimanere a giocare vicino a casa. Ciò non significa che non abbia più voglia di vincere e di fare gol, visto che io vivo per il gol”.
 
E quest’anno gli stimoli non mancheranno.
“Certo (ride n.d.r.) e ho già capito che dovrò farne almeno trentina”.
(nella foto da sx a dx: il vice d.s. Tommaso Favali, Luca Veratti, il patron Enrico Grassi, e il d.s. Matteo Bimbi)