Con l’ingaggio del fantasista Milos Malivojevic la Vianese ha completato un reparto offensivo di primissimo livello per il prossimo campionato di Eccellenza. Sentiamo quali sono le aspettative di un numero dieci corteggiato da molti, nato a Scandiano 31 anni fa e che ha scelto il progetto rossoblù per raggiungere nuovi e importanti traguardi.

Malivojevic, lei è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Parma, da dove è partito per Renate, Vicenza, Savoia e ancora Vicenza, prima di scendere nei dilettanti. Perché uno col suo talento non è riuscito a rimanere tra i professionisti?

“Dopo le giovanili del Parma, dove sono rimasto per 10 anni, ho giocato un po’ nei professionisti, oltre ad aver fatto un anno di Eccellenza a Scandiano. Spesso i motivi di una mancata ascesa sono legati a infortuni o a situazioni sfortunate, oppure sono solo capitato nel posto giusto, ma al momento sbagliato. I fattori possono essere tanti, ma se non ce l’ho fatta sarà stato anche per colpa mia, visto che quando le cose non vanno non è sempre colpa o demerito degli altri”.

Al Colorno lei ha segnato gol strepitosi, dimostrando oltre a grandi capacità realizzative, anche una notevole visione di gioco grazie alla quale ha sempre messo in porta i compagni. Qual è stata la sua stagione migliore?

“In quegli anni ho vissuto stagioni splendide e il Colorno è forse la società in la quale ho potuto assaporare i momenti migliori. Ricordo, durante il Covid, quando ci si doveva allenare da soli, per poi condividere coi compagni coi quali si sono creati rapporti splendidi, anche se a distanza. Sotto il profilo tecnico ho giocato con atleti simili a me e credo che, anche grazie all’elevata qualità dei miei compagni di allora, in quegli anni mi sono riuscite le giocate migliori. Col Colorno abbiamo anche disputato la finale nazionale col Terranuova Traiana per salire in Serie D, senza però riuscirci, pur non avendo mai perso neppure una partita. Quest’anno col Cittadella ho vissuto un’altra stagione strepitosa e infatti abbiamo vinto l’Eccellenza. L’avere una panchina importante, con giocatori che salgono e che sono al tuo stesso livello, alza considerevolmente l’asticella e credo che la Vianese stia progettando proprio una situazione simile”.

Perché ha scelto la Vianese visto che la cercava mezza Eccellenza?

“E’ vero, dall’Eccellenza mi hanno chiamato un po’ tutti e questo mi ha fatto molto piacere perché comunque, al di là di aver vinto il campionato col Cittadella, non è mai scontato essere chiamato da squadre di prima fascia e di questo sono molto contento. Purtroppo non posso giocare con ogni società che mi ha chiamato e quindi sono stato costretto a scegliere e il progetto della Vianese alla fine mi ha conquistato”.

La Vianese, oltre a lei, vanta attaccanti del calibro di Falanelli, Bertetti e Rizzuto, oltre a giovani bravi come Manai e Cinquegrano. La concorrenza sarà tanta…

“Torniamo al discorso di prima: più c’è qualità e meglio è. Sento tante persone che parlano dell’attacco della Vianese, che è indubbiamente di qualità, ma il ds Bimbi e il presidente Grassi hanno inserito giocatori importanti anche in altri ruoli e la squadra è competitiva, ma non mi piace parlare di obiettivi prima di aver iniziato il campionato. La Vianese è in Eccellenza per la prima volta, ma ha un potenziale superiore rispetto alla lotta salvezza, quindi vedremo intanto di salvarci, per poi raccogliere il miglior risultato possibile”.

Chiudiamo col Torneo della Montagna. Come vede la sfida del Cervarezza campione alle dirette rivali? 

“È un paio di anni che gioco col Cervarezza e penso che anche in questa edizione la nostra squadra sia una delle più attrezzate, quindi mi auguro si possa andare il più avanti possibile”.

(ufficio stampa Vianese Calcio. Nella foto Milos Malivojevic ai tempi del Colorno squadra alla quale è rimasto più legato)