Il Comitato Regionale Emilia Romagna ha fatto slittare il campionato di Eccellenza al 23 gennaio, ovviamente Covid-19 permettendo. Una decisione sulla quale si espresso il presidente dell’Arcetana, Alex Spaggiari (foto di Guido Rinaldi). “Considerando la situazione generale legata al Covid, questa sospensione del campionato non fa una grinza – il commento di Spaggiari – ma stavolta le mie opinioni sono differenti rispetto a due anni fa. All’inizio del 2020 non avevamo vaccini e il Coronavirus era una malattia in larga parte sconosciuta, quindi io ero stato il primo a chiedere pubblicamente la conclusione anticipata del campionato ben sapendo che sarebbero serviti mesi per trovare soluzioni convincenti a tali problemi. Inoltre all’epoca era necessario tutelare non solo giocatori, tecnici e dirigenti, ma anche le loro famiglie e mi riferivo in primo luogo alle persone più fragili e anziane. Ora, il quadro si presenta differente e nonostante l’avanzare dei contagi adesso c’è lo strumento vaccinale che è un’importantissima carta da giocare e che deve indurre tutto il mondo del calcio dilettanti a trovare strategie efficaci per proseguire l’attività ultimando la stagione, Sport e sicurezza sanitaria possono e devono convivere”. Spaggiari poi aggiunge: “Nel 2020 era necessario tutelare gli anziani, che oggi però sono vaccinati per la quasi totalità e nel 2022 è il momento di tutelare i bambini e i ragazzi, permettendo loro di dare continuità alla pratica sportiva e agonistica. In buona sostanza, ritengo che questa sosta supplementare debba essere l’occasione per ridisegnare in modo efficiente i calendari e i protocolli. Visto che nella stesura originaria la stagione regolare avrebbe dovuto terminare il 30 marzo, non credo che una riconfigurazione dell’agenda possa dare problemi con uno slittamento della chiusura a fine aprile o a maggio sarebbe tutt’altro che traumatico. Piuttosto, tra i problemi da risolvere c’è il tema che riguarda il rientro in campo dei negativizzati e ritengo che sia necessario snellire i tempi prescritti dalle attuali norme. Da quanto ne sappiamo, almeno nell’ambito del calcio dilettanti la stragrande maggioranza dei casi Covid sta dando problemi fisici scarsi o quasi nulli e ritengo che gli asintomatici e i paucisintomatici debbano essere messi nella condizione di tornare a giocare subito, senza sottoporsi alla trafila di pratiche che derivano dall’effettuazione di una nuova visita medica”.