ARCETO (Reggio Emilia) – “Al termine del girone A di Eccellenza mancano solo tre giornate, e dunque per questa stagione non pensavo più di tornare in pista come allenatore: la proposta dell’Arcetana è arrivata davvero a sorpresa. Colgo l’occasione per ringraziare l’intera dirigenza, che su di me ha riposto fiducia”. A parlare è ovviamente Ivano Rossi (foto di Guido Rinaldi): il nuovo trainer, nominato ufficialmente mercoledì scorso, ha già iniziato a lavorare con la sua nuova squadra in vista dell’incontro casalingo di domenica 16 aprile con il Real Formigine. “In tutta sincerità, il mio sì non è arrivato in maniera così immediata – prosegue il tecnico montecchiese, classe 1968 – perchè la situazione di classifica è complessa: di conseguenza, prima di accettare ho dovuto effettuare un’accurata e inevitabile riflessione. La decisione di assumere il timone dell’Arcetana è inoltre maturata dopo un’attenta consultazione con il mio fidato staff, che mi ha fornito ulteriori motivazioni per gettarmi in questo nuovo percorso. Nella fattispecie sto lavorando con il vice allenatore Davide D’Agostino e con il collaboratore tecnico Marco Pelori: tutto ciò senza dimenticare gli osservatori Luca Cao e Vittorio Burani, che hanno il prezioso compito di studiare le strategie degli organici avversari. E dunque, eccomi qua: l’Arcetana rappresenta una sfida molto motivante per ciascuno di noi. Tirarsi indietro sarebbe stato da timidi e la timidezza non fa certo parte della nostra indole calcistica”.
Qualche nota biografica: fin qui, come si è articolato il tuo percorso calcistico?
“Ho giocato fino ai 42 anni di età, sempre nel ruolo di attaccante: tra le maglie che ho vestito figurano quelle di Montecchio, Langhiranese e Basilica 2000, più altre esperienze in terra mantovana. La mia traiettoria da allenatore è invece iniziata una decina di anni fa: prima nel Montecchio in Promozione, quindi al Campagnola conquistando l’ascesa in Eccellenza nella primavera 2018. Poi la Riese, con la salvezza in Promozione raggiunta nel maggio 2019 ed a seguire mi sono cimentato in Eccellenza sulle panchine di Felino e Campagnola, fino ad arrivare a questa nuova tappa”.
Come è stato il tuo primo impatto con l’organico dell’Arcetana?
“Davvero incoraggiante. L’eredità che raccolgo si presenta senza dubbio pesante: il mio predecessore Pierfrancesco Pivetti è un profondo conoscitore del calcio e per giunta era qui da quasi due anni con un’ottima salvezza all’attivo conquistata. I ragazzi stanno già dimostrando di seguirmi con attenzione e impegno e quando parlo alla squadra vedo tutti molto attenti, nessuno si gira dall’altra parte in segno di distrazione o disinteresse verso i temi che tratto. In buona sostanza, siamo partiti bene: inoltre sto già vedendo l’ambiente motivato e unito che mi aspettavo di trovare. Qui nessuno vuole retrocedere, nè tantomeno qualcuno è rassegnato a scendere in Promozione: non sono affatto frasi di circostanza, ma si tratta semplicemente di una fedele fotografia dello stato d’animo che contraddistingue il gruppo”.
Quali sono i primi aspetti su cui ti stai concentrando per portare la squadra a quei miglioramenti che servono dal punto di vista dei risultati?
“Sono partito da una serie di test per verificare la condizione atletica del gruppo: i risultati sono stati quanto mai confortanti e ciò testimonia in pieno il buon lavoro che la squadra ha portato avanti in questi mesi sul piano della preparazione fisica. E’ vero che attualmente l’infermeria si presenta piuttosto affollata, ma non credo che si tratti di una situazione così drammatica: al contrario, stiamo mettendo in atto le strategie necessarie per arrivare a un rapido ed efficace recupero degli acciaccati. Contro il Real Formigine, mancheranno sicuramente gli squalificati Nassim Carpio e Manuele Cavazzoli: in compenso, abbiamo buone ragioni per prevedere che tutto o quasi tutto il resto dell’organico sarà regolarmente schierabile”.
E poi?
“Siamo al lavoro con l’obiettivo di favorire un significativo aumento dell’efficienza offensiva. Abbiamo attaccanti di valore, ed è già un buon punto di partenza: ora la chiave di volta sta nel metterli nelle condizioni migliori per trovare la via del gol, e intravedo ottime possibilità di riuscirci. Inoltre, come sempre accade quando si cambia la guida tecnica, ci sarà qualche modifica sul piano dell’organizzazione di gioco generale: del resto, ogni allenatore ha le proprie concezioni in merito agli schemi da attuare. Come potrete immaginare, il mio tasso di fiducia sta crescendo giorno dopo giorno: per rendersene conto, posso citare un episodio emblematico. Subito dopo il primo allenamento che ho diretto con l’Arcetana, il mio vice D’Agostino mi ha chiesto se avessi trovato la miglior dose di convinzione per portare avanti l’impegno. Ho risposto di sì in modo immediato e convinto: con la tenacia e le capacità che la squadra mi sta evidenziando, la salvezza non è certo una meta irraggiungibile. Dunque, sono contentissimo di essere qua: un grazie anche a Massimo Martinelli, che ovviamente resta all’Arcetana con il ruolo di preparatore dei portieri che lui ha assunto l’estate scorsa”.
All’orizzonte ci sono di fatto tre finali: il 16 il duello casalingo con il Real Formigine, poi il 30 la trasferta contro la Fidentina e il 7 maggio il confronto interno con l’Agazzanese che chiuderà la stagione regolare. Il programma si presenta spezzettato da due domeniche di pausa: sono soste che possono aiutare, oppure avresti preferito continuare a giocare senza interruzioni?
“In un momento come quello che stiamo attraversando, le pause fanno benissimo: per amministrare meglio le energie, e anche per lavorare con maggiore calma nell’obiettivo di migliorare sempre più. Davanti a noi ci sono oggettivamente tre finali: la posta in palio sarà altissima, ma ciò non deve affatto portare a incappare in forme di nervosismo o di eccessiva ansia. La tenuta sul piano caratteriale sarà un altro obiettivo da centrare, ma io sono ragionevolmente ottimista pure in quest’ambito. Per quanto riguarda il duello più imminente, il Real Formigine ha 58 punti in graduatoria e quindi staziona ben più in alto rispetto a noi: inoltre mister Sarnelli può contare a sua volta su una buona batteria di attaccanti. Per giunta l’Arcetana ha prevalso nel confronto di andata, e quindi i modenesi saranno animati da una forte volontà di riscatto e rivincita. Ad ogni modo, tutto questo insieme di fattori non deve certo spaventarci: dobbiamo innanzitutto pensare a ciò che noi sappiamo fare, animati dal chiaro intento di fare punti per evitare la retrocessione diretta e raggiungere i playout”.
L’Arcetana è quartultima a quota 34: arrivando a 43 dopo un tris di vittorie, ritieni che la salvezza diretta sarebbe ancora possibile?
“Se così fosse saremmo contentissimi: tuttavia, realisticamente parlando, la salvezza senza spareggi è ormai un obiettivo quasi irraggiungibile. Giocarsi la permanenza nella categoria attraverso il playout sarebbe già un primo e significativo traguardo: peraltro in questi giorni sto insistendo con i ragazzi sull’importanza di mantenere Arceto in Eccellenza. Un concetto che è chiaro a tutti, ma ribadire certe idee non fa mai male. Restare in questo campionato significherebbe onorare al meglio la gloriosa storia del calcio biancoverde e i cospicui sforzi riposti dalla società: inoltre, è una meta che impreziosirebbe il curriculum calcistico di ciascuno dei nostri giocatori. Anche su questi punti ho trovato piena sintonia da parte dell’intero gruppo, e ciò costituisce un motivo in più per manifestare un ragionevole ottimismo sulle nostre prospettive. Ora non resta che continuare a lavorare a fondo, per ripresentarci sul palcoscenico agonistico con rinnovato slancio e con nuove carte da giocare”.
(ufficio stampa Arcetana Calcio)