Fiorenzuola d’Arda è una cittadina emiliana in provincia di Piacenza di circa 15 mila abitanti. Calcisticamente il club è stato fondato nel 1922 e ha vissuto il suo periodo magico negli anni 90, quando sotto la presidenza di Antonio Villa è stato per dodici anni consecutivi in Serie C. In tempi recenti, ha trionfato nella stagione 2020/2021 nel girone D di Serie D con Luca Tabbiani in panchina ed è stato promosso in Serie C dove è rimasto per tre anni poi è retrocesso. Ha iniziato questo campionato in sordina e dopo nove giornate ha 9 punti ed è 13esimo in classifica. L’allenatore è Vincenzo Cammaroto (foto dalla pagina facebook della società), 41 anni, originario di Santa Margherita, con un passato da giocatore di buon livello: nel ruolo di difensore ha vestito le maglie di diverse squadre, anche se prevalentemente la sua carriera si è svolta nel Vado e soprattutto nell’Alessandria, con la quale ha giocato circa 200 partite, di cui 150 in Serie C. Come tecnico ha allenato Sestri Levante e Lavagnese oltre ad essere stato il vice proprio a Fiorenzuola e a Benevento: “Avrei voluto giocare ancora per qualche anno – confessa Cammaroto – ma a seguito di un infortunio ho pensato che era preferibile chiudere ed era meglio diventare un giovane allenatore che essere un vecchio giocatore. Qui a Fiorenzuola mi trovo bene, abbiamo iniziato con una vittoria e un pareggio, poi abbiamo faticato, d’altra parte con 25 giocatori e uno staff nuovo era da prevedere che avessimo bisogno di tempo. La fortuna non ci ha aiutato perché abbiamo colpito 11 pali e abbiamo perso immeritatamente con il Piacenza. In ogni caso penso che possiamo risalire”. Domani il Fiorenzuola è in trasferta per affrontare la Cittadella Vis Modena nella decima giornata di andata del girone D di Serie D: “Il Cittadella – commenta mister Cammaroto – ha giocatori importanti soprattutto in attacco, ma anche negli altri reparti, nonostante sia una neopromossa, ha atleti esperti, come Mora, col quale ho giocato ad Alessandria, quindi è una squadra forte e sarà una partita complicata”.

Giorgio Pregheffi