Il direttore sportivo dell’Athletic Carpi, girone D di Serie D, Riccardo Bolzan (foto), è stato intervistato da TuttoMercatoWeb.com.

Archiviata l’esperienza alla Nocerina, al via quella con il Carpi: cosa l’ha spinta ad accettare la proposta del club?

“Lasciata la Nocerina, mi sono trovato inoperoso, ero risalito per aggiornare il mio periodico e in 15 giorni son cambiate le cose: non mi aspettavo così celermente questa occasione, è stata abbastanza casuale, sono capitato proprio al momento del cambio, e dopo il primo contatto ho impiegato mezza giornata per accettare la proposta. Poco importava se mancavano solo tre giorni alla chiusura del mercato, non credo servisse scuotere un organico potente, mancava solo la serenità: il mio era un lavoro prettamente gestionale. Entrare a stagione in corso, poi, era una situazione che mi affascinava, per altro in un club di prestigio che in Serie D è probabilmente l’unico ad aver giocato anche in Serie A negli ultimi 5 o 6 anni, e ho trovato una società motivata, che fa calcio con sentimento, cosa rara: il popolo sportivo ha una gran cultura di calcio vero, ora è un momento di transizione ma sono certo che si potranno fare buone cose”.

Accennava alla Serie A. In una cultura calcistica che vive troppo spesso di nostalgia, quando pesa questo recente passato?

“La cosa che mi ha colpito di più arrivando qui, è che, nonostante il recente passato nel calcio di élite, la gente non si è imborghesita: certo, l’entusiasmo di chi ha visto altro calcio rispetto alla Serie D responsabilizza molto, ma non c’è una pressione eccessiva. Ci sono anche altre competitor di livello, serve maturità nella gestione di questo aspetto, ma nella piazza si avverte rispetto e fiducia verso questa società: certo, paghiamo il gap iniziale, ma ci sono i presupposti per tornare dove si è lasciato”.

La strada della promozione è però al momento in salita: si programma già la prossima stagione per centrare questo obiettivo?

“Di obiettivi importanti ce ne sono, abbiamo passato il quinto turno della Coppa Italia di categoria, partire in 166 e ritrovarsi tra le prime 8 direi che è un bel traguardo: la coppa avrà forse meno appeal del campionato, ma noi ci teniamo, e abbiamo la fortuna di avere un gruppo numeroso che permette di non tralasciare niente. Poi con il ritorno di mister Bagatti abbiamo un trend discreto, i playoff sono alla portata, e per ora c’è da tirare fuori il massimo da questa stagione, un terzo della stessa si gioca in due mesi: il futuro va guadagnato in questo finale di stagione”.

Ripescaggi, riammissioni in Serie C qualcuno traballa. Ne parlate mai di questa eventualità per accelerare il percorso?

“Ne abbiamo parlato poco e niente, abbiamo una classifica ancora troppo ibrida e vanno evitati voli pindarici. Siamo però coscienti che Carpi, come comunque altre società, ha già i requisiti a norma per poter fare la Serie C, ma intanto guardiamo ai playoff, che potrebbe anche andare oltre l’eventuale prestigio fine a sè stesso. A ogni modo è prematuro parlarne, c’è prima un finale di stagione da onorare”.