Tre vittorie e un pareggio. Quattro se ci aggiungiamo quella nel primo turno di Coppa Italia. E’ stata una partenza fulminante quella del Carpi, secondo in classifica nel girone D di Serie D, a due punti dalla Giana Erminio che ha fatto il pieno seppure con qualche difficoltà. Dopo le cinque reti al Sant’Angelo la vittoria sul campo del Prato, una delle favorite. Di questo momento magico ne abbiamo parlato con il direttore sportivo, Matteo Sabbadini (nella foto di Daniele Lugli a destra insieme al presidente Claudio Lazzaretti).

Direttore, quanto vale la vittoria sul campo del Prato?

“Tanto, perchè come avevo dichiarato prima della partita per noi era un primo banco di prova. Che è stato superato a pieni voti su un campo difficile con una partita di personalità che si poteva anche vincere con più gol di scarto, soprattutto nel primo tempo. Poi la squadra ha mostrato grande maturità gestendo il risultato nella ripresa”.

Sia sincero: si aspettava una partenza così positiva?

“Sì, me lo aspettavo perchè vivendo in contatto costante con la squadra ho recepito questi segnali positivi. Dispiace solo per la gara con il Salsomaggiore, ma adesso è importante tenere i piedi ben saldi per terra perchè siamo solo alla quarta giornata e questo è un campionato lungo e pieno di insidie dove alcune squadre importanti non hanno ancora ingranato ma verranno fuori alla lunga. Adesso il pensiero è solo alla Sammaurese, la nostra prossima avversaria”.

Su quattro partite il Carpi ha sbagliato solo un tempo, il primo a Salsomaggiore.

“Direi i primi 20 minuti, perchè dopo è stato un monologo del Carpi che ha costruito tanto. Abbiamo pareggiato solo alla fine, ma con le occasioni avute era una partita che si poteva vincere. Se c’è la prestazione il risultato arriva sempre”.

Un Carpi che oltre al gioco ha dimostrato di avere anche carattere e personalità.

“Nello spogliatoio c’è un gruppo molto unito e questo aiuta. Altro aspetto importante è anche non avere subito gol con il Prato. Al momento siamo tutti molto contenti, ma attenzione perchè non abbiamo ancora fatto niente”.