A commentare risultato e prestazione in casa Carpi dopo la sconfitta con il Ravenna, nella decima di andata del girone D di Serie D, è solo il direttore generale, Enrico Bonzanini (foto), con anche mister Cristian Serpini tenuto in silenzio per la seconda volta in stagione: la prima fu all’esordio contro il Prato in occasione del finale bollente col contestato gol di Saporetti, ma stavolta il silenzio del tecnico potrebbe anche assumere contorni differenti, con la sua posizione che potrebbe anche essere sotto esame dopo il solo punto conquistato nelle ultime tre giornate. «L’analisi di questa partita è abbastanza facile, purtroppo non siamo stati in grado di fare gol nelle situazioni che abbiamo costruito e poi alla prima occasione abbiamo mollato in modo inspiegabile e ingiustificabile – ha detto Bonzanini – e non siamo riusciti più a riprendere il filo della partita. La cosa che più dispiace e che non perdono ai giocatori è di non averci neanche provato nel secondo tempo. Poi nel calcio si sbaglia, questo Ravenna è una buonissima squadra, con una fame clamorosa, Campagna e Rapaj sono due giocatori clamorosi ma non li scopriamo oggi. Ci hanno messo quel qualcosa in più perchè volevano dimostrare qualcosa, noi no e quella è la colpa più grande che abbiamo. Non ci sono giustificazioni e se qualcuno parla di campo pesante è la volta che mi arrabbio veramente (usa un termine più colorito, ndc), perchè sul campo ci andiamo con lo stesso peso e non ci sono scusanti se in campo ho visto giocatori guardarsi come se si conoscessero per la prima volta. E’ questa la cosa che mi ha fatto più innervosire, perchè al di là dei ruoli, ed è giusto avere un certo tipo di istituzionalità, quello che si è visto oggi soprattutto nel secondo tempo fa male». Alla domanda se Serpini sia a rischio, Bonzanini risponde così: «La riflessione che faccio oggi è che probabilmente se siamo questi siamo sbagliati come posto e come tempo, perchè non è più tempo di fare analisi e processi ma di dimostrare qualcosa –  ha sottolineato Bonzanini –  e se tre anni fa c’è stato il rischio che non ci fosse più nulla e invece se siamo qua a giocare con delle ambizioni è giusto che chi è arriva capisca dov’è ma non a parole o quando c’è da firmare i contratti ma quotidianamente. Quello che si è visto qui a Ravenna, soprattutto nel secondo tempo, mi fa veramente girare le scatole, perchè non fa del bene e piacere a nessuna società perchè qui c’è impegno quotidiano. Decisioni? Questa è una società in cui si parla e discute e in cui decide il presidente, è evidente che parleremo di quello che è successo ma personalmente credo che non vada messa sul piatto una testa ma le responsabilità e quelle sono collettive».

(fonte Fabio Garagnani per la voce.it)