Non filtra ancora nessuna notizia in merito ai motivi che hanno spinto il Prato a presentare ricorso, con risultato non omologato dal Giudice Sportivo, riguardo alla gara persa con il Carpi per 3 a 2 nella prima prima giornata di campionato del girone D di Serie D. Con tutta probabilità verte sull’episodio accaduto al 46′ della ripresa, quando l’attaccante del Carpi, Simone Saporetti è andato in rete in un’azione contestata dai toscani che hanno lamentato un comportamento non consono di Saporetti dopo che la palla gli era stata restituita essendoci un giocatore del Carpi a terra. Il Carpi non ha commentato la decisione, ma nella serata di lunedì scorso il direttore sportivo Riccardo Motta (foto) ha dato la propria versione della vicenda ospite della trasmissione Zona D condotta da Giuseppe Indelicato: «Se riduciamo la discussione al frame e alle dichiarazioni del portiere del Prato è facile etichettare questo episodio come una mancanza di fair play, con la conseguente gogna mediatica – ha detto Motta – ma come mai nessuno si è chiesto perchè il Carpi non fa segnare al Prato il gol del 3 a 3? Nel momento in cui c’era il nostro giocatore a terra, loro avrebbero potuto buttare fuori la palla ma non lo fanno, poi dopo due passaggi il terzino sinistro conduce palla ma, pressato da Cortesi, la palla va fuori. Io per primo, dalla tribuna, ho detto di giocarla. Le immagini sono interpretabili, ma in quel momento Saporetti dice quello che ho detto io, e cioè di giocarla. I giocatori in campo decidono invece di restituire la palla al Prato ma dicendo loro di non perdere tempo e giocare subito: Cortesi la passa a loro ma è corta, Saporetti la allunga e gli dice “gioca, non perdere tempo” ma il difensore la fa passare e il nostro attaccante ha fatto quello che ha detto: “se non giochi vado a prendere la palla”. E così ha fatto. Border line? Sicuramente sì. Se l’avessi subito mi sarei arrabbiato anch’io? Certamente. Ma non cambia la sostanza delle cose. C’era il tempo per farli pareggiare ma non ce n’erano i presupposti. Ho letto tutte le opinioni e rispetto tutti, ma non parliamo di fair play perchè è tutta una strumentalizzazione. Nessuno è illibato, io stesso quando giocavo ero schiavo della vittoria e non figlio del fair play, che non possiamo tirare fuori solo quando ci conviene. Sennò dobbiamo andare a rivedere tutta la partita e di episodi ne escono centinaia». Di sicuro, discussioni non ce ne sono su quello che è successo dopo il gol, tra campo e spogliatoi: «Tutto quello che è successo dopo è tutto da condannare: mi auguro che l’arbitro e il commissario abbiano visto che Saporetti prende un calcio e un pugno nel tunnel».
(fonte Enrico Ronchetti per la voce.it)